L’alterazione della coscienza è un’arma a doppio taglio, non solo quando è indotta artificialmente. Io potrei sostenere che nessuno è più qualificato di un musicista a reggerne l’urto: Tim Buckley, come John Coltrane, ha dimostrato che è davvero troppo pericoloso.
Ma queste desolate melodie sono quanto di più vicino alla perfezione, questa vocalità suprema tocca ogni corda del mio essere umano. E’ un caso raro Tim Buckley, nella mia eclettica estensione: ogni sua indecisione mi commuove, ogni suo passo azzardato mi scuote.
Non si tratta solo di normale empatia per un essere angelico sbattuto su questo pianeta, questo è più comune nella mia vita. Non si tratta solo di ammirazione incondizionata per un modello artistico, musicale e vocale che ha segnato la mia vita e la mia educazione, non sarebbe l’unico.
Si tratta qui di cristalline composizioni che hanno posto termine alla mia vita precedente, che non era più possibile dopo l’ascolto di Song to the siren, Monterey, Starsailor. Si tratta della comprensione che ogni stato alterato di coscienza, pure quello altrui, può mostrarci la struttura del mondo, del sistema emotivo umano, degli scopi e le destinazioni dell’intera umanità. Di certo quest’uomo li ha mostrati a me.