Possiamo descrivere la natura di un fenomeno sonoro in tre modi essenziali:

La musica è la modulazione, l’estensione, l’organizzazione del suono nel tempo. Una buona musica, una buona struttura, ma pure qualunque buon sistema è l’ordine di questi tre elementi nel tempo, il contesto che ci permette di percepire la variazione, quindi l’esistenza di qualunque oggetto organizzato, sia in modo organico che inorganico.

Possiamo definire la qualità definitiva di un oggetto eventuale in tre modi essenziali:

Se fondiamo la nostra esperienza sui modi e sugli oggetti della musica questo significa che possiamo percepire un evento, per esempio una semplice nota, in modi molto differenti:

  • La sua ampiezza, che potremmo definire rilevanza, ma anche intensità, e pure aggressività.
  • La sua frequenza, che potremmo definire altezza ma anche carattere, peculiarità, e pure capacità di penetrazione.
  • La sua qualità cromatica, che consiste della sua composizione armonica, tipica della natura del materiale che la produce, che comprende una miriade di microfenomeni interconnessi, interdipendenti.
  • Fisico, investigando la ripetibilità dell’evento, in una dimensione oggettiva nei limiti delle nostre conoscenze.
  • Fisiologico, osservando con cura come siano strutturati gli organi percettivi umani in generale, e quelli nostri individuali in particolare, sia in senso sensibile che sensitivo.
  • Culturale, riferendoci, consciamente o meno, alle nostre categorie esperienziali, intellettive, pratiche.
  • Possiamo analizzarne frequenza e ampiezza, data la nostra sofisticata dotazione tecnologica, in modo molto preciso. Riferendoci alla componente fondamentale e riducendo l’investigazione ad una semplice sinusoide teorica, possiamo identificare frequenza (in Hertz) e ampiezza (in decibel). Più complicato, ma sempre possibile con un calcolo matematico (la trasformata di Fourier) facilmente eseguibile dal nostro computer, determinare con una esattezza notevole le componenti armoniche.
  • Possiamo intuire facilmente una frequenza relativa, anche se è impossibile stabilirne una assoluta, cioè possiamo comprendere un intervallo ma solo in relazione ad una nota data. Possiamo sentire piacere o fastidio ad una certa intensità di suono ma solo in relazione al contesto, alla rumorosità dell’ambiente, all’intensità dei suoni che hanno preceduto l’evento osservato, alle condizioni del nostro orecchio interno in quel momento e normalmente, alla nostra età e salute generale.
  • Possiamo cercare nel nostro archivio storico, ideologico, nella nostra pratica quotidiana, a che cosa l’oggetto in questione corrisponda, ed essere capaci o meno di ricondurlo alla nostra esperienza. Quelli di noi che sono maggiormente istruiti non faranno troppa fatica a riferirsi alle convenzioni, altri sentiranno le relazioni della nota con l’ambiente, con l’emittente, con le note che l’hanno preceduta in modo emotivo, o sentimentale, altri ancora avvertiranno stridore, fastidio, gioia o pace.