Sul suo orizzonte oscuro,
limitante da ogni parte l’avvenire,
il nostro sguardo si ferma,ma senza potersi fissare,
come su quegli abissi d’ombra fra le stelle, dai quali esce,
proveniente dal vuoto supremo in cui Tutto si muove,
un’attrazione accresciuta verso l’abisso.
Teilhard de Chardin

Lo scopo di ogni arte umana è una esperienza intelligente.Tale esperienza deve essere in connessione con l’ambiente, con qualunque vicino umano, con i materiali risonanti, con l’intera atmosfera. Intelligenza significa diffusione, scambio, logos strutturato, interrelazione tanto intima quanto impersonale. Ma l’esperienza deve essere anche metafisica, deve trascendere tempo e spazio in un momento esteso che è il solo in cui l’arte ha luogo.

L’apprendista muove da un luogo qualunque: ogni passo, in qualunque direzione, è quello giusto. Nessuna scelta è possibile in realtà. La passione che spinge questo passo è una forza imprescindibile, che, muovendo su una precisa direzione implica due soli versi: eros e thanatos. L’esperienza artistica è l’equilibrio tra questi, tra la concentrazione e la dissoluzione. Una mente sana è quella che intuisce la necessità di ambedue e regge tale equilibrio.

La musica è suono organizzato, la sua architettura formale consiste di strutture, segni, sostantivi ed accenti, frasi e pronunce. La forma attraverso la quale percepiamo la musica che consideriamo familiare è un idioma, un dialetto, una lingua. Ma la musica non è affatto un linguaggio. Al contrario essa si procura un vocabolario, una sintassi, una grammatica solo perché desidera entrare nel nostro mondo, perché desidera prendere una forma partecipabile.

Le diverse convenzioni sono espresse in linguaggi completi, stabilizzati, a volte fissi e rigidi. Questi linguaggi sono spesso solo al servizio della conservazione, della perpetuazione di sistemi e metodi che, basati su quella che è la nozione di personaggi illuminati dal punto di vista di ogni singola convenzione, rendono possibile la comunicazione dei modelli.Le convenzioni sono ciò su cui converge l’insieme di modelli funzionanti.

Ogni convenzione è tanto forte quanto la sua capacità di funzionare. Per questo ci sono così tante convenzioni, per questo molte di esse smettono di essere tali. La convergenza di uso, funzione, efficenza ed efficacia stabiliscono l’opportunità di tornare al modello e stabilire così una unità modale che può generare una importante unione delle forze. Il pericolo sta tutto in una fissità che non ha più nulla di opportuno, e deve sciogliersi per mutare.

Viceversa un linguaggio adatto a descrivere lo stato delle cose, le cose “così come sono”, è un linguaggio mobile, flessibile, fluido, capace cioè di adattarsi alla mutazione.
Lo scopo di ogni formalizzazione comunque, sia essa transitoria oppure destinata a durare, è quello di darci la possibilità di “familiarizzare”, di accogliere un suono che in questo modo sia riconoscibile e plausibile. Ma mai, mai un suono resterà uguale a sè stesso, l’unica certezza è la mutazione.