“In contrasto con gli esseri umani che hanno inventato arnesi e nel farlo hanno inventato una cultura, balene e delfini potrebbero aver stabilizzato una cultura senza oggetti, consistente di sola comunicazione. Inoltre la loro struttura culturale potrebbe avere una proprietà simpatetica alla struttura della società dei nuovi media che ha cominciato a circondarci. Tutto ciò potrebbe indicare l’inizio di una nuova civilizzazione totalmente differente dalla forma convenzionale. Naturalmente, una tale forma cambierebbe il significato dell’arte stessa.
Una rete informativa sta gradualmente permeando il nostro ambiente quotidiano e i nuovi media di connessione diretta stanno avanzando al prossimo livello di sviluppo. In un certo senso l’umanità, che è situata in un tale ambiente informativo, può essere comparata ai delfini ed alle balene in un nuovo tipo di mare.”
Toshiharu Ito The future form of visual art 1991
Nel nostro percorso di avvicinamento ad un ascolto più oggettivo abbiamo pensato al silenzio, al rumore. Ora potremmo compiere un altro passo riflettendo sui modi di comunicazione impliciti nella struttura mista di convenzioni tradizionali ed immaginazione dietro a cui si trova la musica. La musica si spande nel mondo adoperando modi sottili, ineffabili, nondimeno essa permea tutte le categorie dell’esistente e molte del possibile.
Possiamo provare ad osservare come la rete di trasmissione, la complessa e variegata fonte che raggiunge la nostra casa somigli molto ad una atmosfera vera e propria. La musica sembra essere ovunque, una presenza amichevole e benevolente e anche se spesso non possediamo un vero e proprio archivio personale di registrazioni, accade che la musica ci raggiunga senza una precisa richiesta, quasi malgrado la nostra intenzione.
La musica insomma è una essenza con la quale non possiamo che misurarci: qualunque tessitura di comunicazione immateriale è regolata in modo molto simile a quello della musica nel tempo che, pur non avendo alcuna caratteristica personale, impregna, mutandole, le nostre dimensioni più intime. Così il mercato industriale, poggiato sulle azioni cosiddette di marketing, così l’intera struttura elettiva democratica.
L’intero paradigma ideologico, sia quello storico che quello attuale, quello accademico come quello popolare, non è altro che un’atmosfera nella quale siamo immersi. Mentre apprendiamo ad adattarci a qualunque ambiente assumiamo pure una tecnologia di resistenza, di mutazione attrezzata, mentre miglioriamo la nostra tecnica di ascolto migliora la nostra funzionalità respiratoria. Questo, chiamiamo cultura.