Siamo tutti produttori fonografici, non appena ci azzardiamo a registrare, a prendere nota di un evento sonoro davanti al quale ci troviamo. La tecnica di ripresa del suono, prima ancora che di montaggio e manipolazione, è una tecnica di produzione. Davanti ad un evento che probabilmente consideriamo oggettivo, ci poniamo come soggetti: scegliamo timbri, priorità prospettiche, ombre e colori. Siamo responsabili di una parte importantissima dell’economia dell’ascolto.

Paradossalmente, mentre raccogliamo materiale registrato che spesso è documento preziosissimo, la nostra responsabilità riproduttiva è determinante l’intero processo di cui siamo spettatori. La qualità del nostro ascolto, che cresce con la nostra esperienza dell’ascolto stesso, determina non soltanto la nostra esperienza ma pure provvede di un senso compiuto l’intera opera cui assistiamo. Da ascoltatori compiamo il processo, fornendo noi stessi il senso del movimento.

Altra straordinaria componente dell’esperienza processuale, l’ambiente di ascolto, nelle sue massime estensioni che definiamo contesto, è tanto rilevante quanto il materiale riprodotto, quanto la nostra forma mentale, la nostra esperienza (e la nostra intelligenza) di risuonatori impavidi. Il nostro sistema uditivo psicotecnico lo fa in parte, la nostra inclinazione sentimentale in un’altra parte, ed è la qualità del nostro ascolto, infine, che attribuisce un senso definitivo all’opera.

Se la nostra responsabilità di ascoltatori è quasi paragonabile a quella del compositore, nei grandi affreschi ambientali cui partecipiamo, le norme di interpretazione, di lettura e perfino di comprensione mutano totalmente, rispetto ad una qualunque dimensione accademica. L’intera normativa armonica (analizzabile) cessa di essere struttura di riferimento, a fronte di una multidimensionalità molto maggiore per la quale è necessario un nuovo dispositivo, sia istantaneo che mnemonico, emencipato da qualunque logica lineare.

Qualunque dimensione culturale è lo spazio in cui compiamo una scelta. Cura e attenzione sono gli strumenti di una cultura che ha un futuro, che genera identità e comunità. Le scelte di produzione creano un contesto in cui la musica può fiorire, volgersi al pubblico più adatto, prendere corpo e direzione nel mondo, fino a diventare sè stessa, l’ombra della presenza più autentica, ricca e multidimensionale che possiamo immaginare: Il segno dell’umanità che evolve sè stessa, che mira a realizzare il proprio scopo.

Music is Accidentally on Purpose by Darren McClure