Pare abbastanza ovvio, ora, che il futuro della musica come la conosciamo stia tutto in queste stazioni radio interplanetarie che, ben radicate in nessun luogo, trasmettono incessantemente un tessuto frammentato ed inconsistente di composizioni in frantumi. La radio, insieme al microfono la più importante delle innovazioni tecnologiche a supporto della composizione sonora stessa oltre che della sua diffusione, è il motivo per cui questi lavori esistono. Radicati nelle intenzioni perfette di Imaginary Landscape, così come di Kurzwellen, FSoL rimangono depositari del brevetto più sfuggente: la trasparenza.

Il fatto che lo studio di composizione, registrazione ed editing sia sempre più simile ad una stazione radio, con un equipaggiamento sempre più adatto ad un diskjockey, eccetto che per la sempre maggior caratteristica di isolamento, testimonia il giusto atteggiamento che questi due esemplificavano vent’anni fa. Talmente si è diffusa l’ortodossia da loro suggerita che si trova banalissimo l’esercizio dell’ascolto in cuffia anche nei luoghi più adatti all’incontro pubblico, come a giustificare l’appartenenza a dimensioni molto differenti tra di loro.

E’ molto importante che si neghi, pure con una certa veemenza, il concetto di personalità. Ecco quindi la scena spazzata dal riciclo, dalla corroborante ripetizione snaturata dell’evento pseudo musicale, fino a distillarne l’uso. L’azione ricreativa diventa meditazione d’ascolto, di fronte all’immensità del catalogo di produzioni disponibili. La citazione, come Orb ci ha insegnato, non corrisponde necessariamente alla fonte: ne è invece riverbero, evoluzione nel tono come nel timbro, a ridisegnarne contenuti e significati più adatti al momento. Non celebrazione soltanto, ma piuttosto riuso.

Sono stati dei campioni, in questo, Brian Dougans e Garry Cobain da Manchester, nel turbinio dell’ultimo decennio del secolo scorso. Questi oggetti residui e catarinfrangenti, questi assemblaggi archiviati per bene allora ed ora editati, queste ridefinizioni di eventi del tutto incomprensibili, sono forse il loro autentico capolavoro. E’ tanto importante anche il fatto che l’intero flusso riesca a vibrare di gioia e di dolore del tutto nuovi, ad alimentare incessantemente il desiderio che il suono nello spazio esprime. Contribuire a dirigere questo flusso, ponendo l’enfasi su ciò che ci riguarda o semplicemente ci trova attenti, è la nostra funzione.