Men profess to be lovers of music, but for the most part they give no evidence in their opinions and lives that they have heard it. ~Henry David Thoreau
Le mie passioni più intime, nell’ordine: il suono che gli alberi producono, il silenzio dell’inverno e un’elegante frugalità sono evidentemente molto condivise, visto il successo che questo ragazzo intransigente ha avuto nella passata stagione. Ritirarsi nei boschi a passare l’estate pare essere aspirazione di molti nel Big Country, l’inverno deve essere di sicuro meno frequentato, ma così è andata.
Il suono di questo disco ha ascendenze note e riconoscibili: il nord immerso nei ghiacci, una rustica countrycità, la pace della solitudine sono infatti il tratto calligrafico di tutti i miei amatissimi canadesi.
Nulla di nuovo quindi, eccetto l’età del soggetto, chè è sempre sorprendente ritrovare un sentimento datato quando si rivivifica. Ne usciamo consolati nelle nostre afflizioni di anziani nostalgici, ritroviamo una fede nelle forza erotica dell’istinto di sopravvivenza, succhiamo avidamente dalla vitalità di una musica che, pure ridotta nei ranghi della irrilevanza, nondimeno ci porta il segno della rotazione universale.
Specie quando il suono che ne esce è così toccante da essere difficile da ignorare.
io ti leggo e ascolto in silenzio.
per non disturbare.
per non dover aggiungere molto di più se non l’assenso e la condivisione.
è Thoreau ad annuire più sopra!