La possibilità di riprodurre i suoni che più amiamo nella comodità delle nostre case, benedizione del cielo per molti versi, ha reso attuali alcune nuove complicazioni. Se possiamo accettare che il suono ambientale ha una profonda influenza sulla nostra psiche, dobbiamo ammettere che la qualità intrinseca di questo suono diviene urgente, bruciante, imprescindibile.

A seconda dell’età che abbiamo diamo più o meno per scontata la presenza di una tecnologia o di un’altra, un colore di riproduzione più o meno ricco e nelle nostre case, spesso ermeticamente sigillate. Il suono, i rumori, la musica sono entrati attraverso la radio, la televisione, il nastro magnetico, i dischi di plastica o di alluminio, internet. È entrata in modo controllato, voluto, oppure distratto, disordinato.

La ricchezza armonica insita nel suono più elementare viene riprodotta, da generatori elettrici ma anche dall’ambienza architettonica, in maniera variabile a seconda dell’impegno che prendiamo nell’assicurarci una qualità che è l’argomento delle nostre allusioni. Gli edifici di qualità materiale possono contenere potenzialità sorprendenti: impegnamoci a verificare queste potenzialità.

Il suono ha un potere misterioso: quello di dare e togliere energia. I fenomeni provocati dai suoni hanno un effetto diretto sulla energia individuale. Quando un organo è sollecitato dalle vibrazioni acustiche il sistema nervoso è profondamente sollecitato – l’orecchio, certo, ma non solo: esaminiamo l’insieme dei sistemi installati per ricevere, integrare, gestire, ascoltare il suono.

the sound of the space between, a curtain