Parte del gioco che possiamo cominciare a fare sta nell’accettare ogni suono come parte del nostro ambiente, della nostra vita, piegandolo alla nostra disposizione del momento oppure, semplicemente, lasciandolo scorrere. Lo chiamo gioco perché forse possiamo permetterci, qualche volta, di smettere di affermare le nostre abitudini personali e passare invece ad accettare il nostro ambiente come se fosse quello che è: nostro.
Possiamo immaginare la nostra casa, o forse solo una stanza, o un angolo di essa, come uno spazio di decompressione, non solo di rilassamento ma di abbandono vero e proprio: possiamo costruire un luogo immaginario ma niente affatto straniante, un luogo molto insolito ma non per questo inquietante, un ambiente artificiale che potrebbe produrre una sensazione ed un sentimento molto naturali. Un luogo silenzioso.
Questa è la prima condizione necessaria per raggiungere una nuova capacità di ascolto, per affinare i mezzi dell’attenzione, infine per avvertire la nostalgia di un luogo che conosciamo, ma che non sappiamo raggiungere da soli. La semplice permanenza in un luogo silenzioso è sufficiente perché alcune delle nostre domande cambino, perché molte delle nostre aspettative cessino. Desideriamo un posto nuovo in cui sperimentare liberamente l’utilizzo di una consapevolezza sonora nuova e progressiva.
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