L’artista, tanto il musicista che quello impegnato nella definizione di un’ambiente sensoriale diverso, ci fornisce l’occasione per una esperienza d’arte. Se abbiamo una esperienza d’arte, solo perchè siamo capaci di cogliere tale momento, non ci importa affatto di quali siano le peculiari abilità, credenziali e biografie dell’artista. Un giocoliere folle, un buffone metafisico, un illusionista di successo valgono quanto un artista laureato, se ci forniscono un’occasione per un’esperienza d’arte.

Ciò che tutti vogliamo ottenere dall’azione artistica di cui ci facciamo parte è la vitalità: perchè desideriamo una vita più intensa, una vita migliore. La nostra responsabilità nell’azione artistica è il primo punto cui dobbiamo rivolgere l’attenzione, ma non si tratta soltanto di assumere una speciale condizione sensoriale o mentale o emotiva. Per migliorare la nostra partecipazione alla azione artistica dobbiamo impegnare la nostra attenzione e la nostra cura almeno quanto l’iniziatore dell’azione: l’artista.

Per migliorare la nostra partecipazione al flusso vitale che l’arte determina potremmo cominciare con il lasciar andare tensioni emotive e fisiche che non sono più necessarie, potremmo rilasciare il nostro sistema di pregiudizi e permetterci di entrare in un contesto azzardato, infido, insicuro. In cambio potremmo ottenere una qualità speciale di sofferenza, che può generare l’attrito necessario, fisicamente, per accendere il fuoco della vita, che inevitabilmente ci cambierebbe per sempre.

L’illusione insita in un qualunque contesto privo di facili appigli, quella in cui ci troviamo ad affrontare un ambiente privo di coordinate familiari, è del tutto pari all’illusione di starsene al sicuro, in un ambiente stabile e protetto. La differenza è che la vita scorre solo nel primo, ogni eccitazione ed ogni precipitazione vitalizzante è possibile solo nel primo contesto. L’esperienza artistica è una autentica avventura in cui non rischiamo la vita fisicamente.