La storia degli esploratori polari ci tocca poco: l’avventura nelle zone completamente sconosciute del nostro mondo deve in qualche modo essere riportata ad una dimensione accettabile, per poter essere utile. Ma un vero esploratore ha visto e toccato la profonda realtà dello sconosciuto, dell’inenarrabile, potrebbe perfino avere visto la sfera entro la quale le condizioni prime necessarie alla vita senziente sono concluse. Ed essere sopravvissuto per raccontarcelo.

La qualità del Tono, la sua purezza derivata da una autentica riconquista dell’innocenza, è una indicazione chiara e precisa della connessione con la fonte della musica, che si trova in luogo “più reale del reale”, come amerebbe forse dire Jon Hassell. Le speculazioni prodotte dopo una vita alla frontiera del mondo come lo conosciamo, potrebbero essere queste la corretta integrazione di cui abbiamo bisogno per abitare il nuovo spazio in cui ci troviamo. Potrebbe essere la qualità di questo Tono la continuità della migliore musica che stiamo ascoltando oggi, resa esplicita, come se di solito la intuissimo solo tra le righe, o con un orecchio interno.

Le canzoni ascoltate alla radio, o sullo sfondo di un racconto cinematografico, possono aver creato un’oasi per lo spirito, dover poter sempre tornare per una rinfrescante bevuta. Una volta resa esplicita la Nota essenziale ogni esperienza polare sembra irrilevante: la Storia individuale e quella comune perdono importanza di fronte agli scopi ottenuti, per lasciar brillare, anche nel buio della notte, la luce dell’esistenza umana.

Miles Davis – In a Silent Way 1969
Dream Theory in Malaya – Jon Hassell 1982
Brian Eno – Music for films II 1983
Michael Brook – Hybrid 1985
Wendy Carlos – Land of the midnight sun 1986
Robert Fripp – November Suite 1997