Tante sono le definizioni del ruolo di un produttore discografico, responsabile della particolare edizione di una o più sessioni di registrazione eventualmente presentate in forma di album, quante le disposizioni di un gruppo di musicisti che tale raccolta si appresta a registrare e pubblicare. Ciascun gruppo di persone, in un dato tempo e luogo, ha bisogno di un responsabile editoriale che loro corrisponda. Ogni responsabile editoriale ha bisogno di un vero gruppo compatto e credibile.
Delle disposizioni importanti che abbiamo incontrato inseguendo differenti fascinazioni, la prima è quella più ingenua e nature, tipica degli esordienti geniali. I produttori adatti sono capaci di disciplinare ogni condotta vaga e dispersiva che viene riportata ad una produttività che può essere ampissima: spesso un ambiente compatto e confortevole è tutto ciò di cui si ha bisogno per contenere un flusso di coscienza selvaggio ed incoerente.
La posizione opposta è una sorta, per così dire, di puntillismo, in cui l’attenzione ad ogni dettaglio di carattere porta ad una immagine ad altissima definizione, ai fini di un iper naturalismo che può essere estremamente affascinante. La continua rifinitura, il gusto per la sottigliezza estrema, può ugualmente portare ad un rilevante senso di spontaneità autentica, se ben diretto e praticato. Ogni istintività, anche la più grezza e potente, può essere ricostruita tale quale in uno studio di registrazione.
Compito del produttore fonografico è mantenere l’impulso primario, il motivo per cui i musicisti si riuniscono, fermo ed a fuoco. Viceversa le insidie della produzione industriale di musica, in cui una qualche garanzia della prestazione nel tempo deve essere data, sono tali e tante da rendere l’intero processo di ripresa e ricostruzione quantomeno improbabile, spesso veramente rovinoso.