La definizione di un ambiente musicale composto è costituita di diversi fattori interrelati: se melodia e ritmo determinano una reazione psichica immediata e forte, e la capacità del musicista consiste della modulazione magistrale di questi due elementi, molte complessità sono introdotte dalla struttura armonica, dai timbri scelti, dall’andamento globale nel tempo.

Noi qui ci occupiamo di considerare tutte le altre complessità relative al contesto in cui la musica ha luogo: dalla considerazione primaria sulla musica riprodotta intesa come comfort casalingo privato ed anche esageratamente intimo, ai modi della produzione editoriale in studio di registrazione, fino all’architettura sonora, vagamente ignota quanto antica ed evoluta.

Le condizioni in cui veniamo esposti alla musica sono ormai tutte le condizioni in cui ci troviamo a vivere, imparare e godere. La gioia che proviamo nell’ascolto è relativa alle condizioni in cui ci troviamo, alla ricerca di una definizione delle condizioni corrette dell’ascolto dei suoni del mondo. Il nostro dovere di ascoltatori è il dovere di abitare un mondo più chiaro e pulito.

Le condizioni fisiche che percepiamo sono un ambiente psichico di cui dobbiamo curarci. Nel momento in cui ci poniamo all’ascolto, e questo riguarda gli artisti esattamente come chiunque di noi, siamo responsabili del sostegno alla struttura pratica in cui siamo entrati. Per responsabilità dell’ascoltatore intendo almeno la metà dell’evento rituale che ha luogo, chè la musica ha bisogno di orecchie per entrare nel mondo.