Scopo dell’improvvisazione è rendere visibili le cose come stanno, prima di tutto a sé stessi. Se il suono improvviso, non congegnato né premeditato, è fonte di energia, allora è luce quella che viene introdotta, nel luogo, nella mente degli ascoltatori, nel mondo. Se ciò procurasse un dolore eccessivo, perchè una mente non allenata soffre facilmente troppo, allora avremmo infine qualcosa di vero per cui soffrire. Il mondo è quello che è, non quello di cui fantastichiamo.

Gli strumenti dell’improvvisatore sono: la calistenia, il rilassamento consapevole, la divisione dell’attenzione. Un repertorio organico, uno strumento musicale di ottima qualità, la familiarità con i modi e le scale più opportuni rispetto alla propria natura, oltre che un vocabolario esteso e l’affiatamento con i propri compagni di viaggio sono secondari, per quanto possano rendere molto più facile la difficilissima vita dell’improvvisatore.

Le necessità che ci portano all’uso dell’improvvisazione sono poco note. Quando per esempio intendiamo spostarci da un luogo ad un altro, dovremmo sapere in quale luogo siamo, inoltre solo quando sappiamo dove intendiamo andare le indicazioni sono utili. L’improvvisazione è il modo di fare le cose che ci permette di slegarci dalle convenzioni inattuali, dai metodi obsoleti, dai linguaggi usuali, perchè è difficile sopravvalutare il potere dell’abitudine.