In una teoria ecologica la percezione ed il significato sono strettamente correlati. Quando percepiamo ciò che ci sta intorno tentiamo di spiegarci, e di adattarci, a ciò che succede. In questo senso siamo impegnati con il significato degli eventi nel nostro ambiente. Avvertire un suono e riconoscere ciò che è (l’arrivo di un’automobile per esempio) è comprendere il suo significato percettivo, cosa che ci porta ad un’azione corrispondente.

Tale modo di intendere, fermamente legato a percezione ed azione, è in qualche modo differente dalle molte visioni del significato musicale che sono state proposte dalla filosofia estetica, dalla fenomenologia, dalla semiotica, dall’ermeneutica e dalle teorie sociali. Per quanto ci si riconduca sempre all’esperienza dell’udire suoni musicali, nessuna di queste discipline è interessata principalmente a spiegare come avvenga l’esperienza.

L’ascolto occupa una posizione centrale in questo libro, basandosi sulla proposizione che l’esperienza del significato musicale è fondamentalmente, per quanto non esclusivamente, una esperienza percettiva. Oltre a questo, l’idea che il mondo sia un ambiente altamente strutturato e soggetto alle forze della natura (gravità, illuminazione, crescita organica, l’azione di acqua e vento) ed al profondo impatto degli esseri umani e delle loro culture, rimane una guida.

La percezione è un processo di auto accordatura, nel quale la ricezione di informazioni ambientali è intrinsicamente rinforzante, così che il sistema si auto aggiusta in modo tale da ottimizzare la propria risonanza con l’ambiente stesso. Se la teoria ecologica fosse solo la pretesa che gli organismi risuonino con le informazioni ambientali, la percezione altro non sarebbe che la magica affinità fra un ambiente perfettamente strutturato ed un percettore miracolosamente dotato e adattato.

Quello che a Clarke interessa invece è la relazione fra percezione ed azione, l’adattamento e l’apprendimento percettivo. Quando esploriamo il mondo lo facciamo attivamente, la percezione è un processo attivo ed esplorativo e consiste di investigare le fonti di stimolo allo scopo di scoprire meglio l’ambiente. La risonanza non è passiva: essa è l’impegno investigativo, attivo, di un organismo percettivo nel proprio ambiente. In contesti estetici diversi dal nostro questa partecipazione è incoraggiata.