Ora, forse si deve ricordare, senza cappello, il meraviglioso film dei Coen “O Brother, Where Art Thou?“, che ci ha restituito, senza alcuna sbavatura nostalgica, il motivo per cui l’idea stessa di “America” trova sempre un cantuccio nei nostri cuori di vecchi centroeuropei cinici e assenti.

America è il luogo terrestre in cui i nostri fratelli poveri di spirito, reietti e perseguitati da carestie e follie imperialistiche hanno sempre trovato rifugio, venendo a sostituire altri nell’incarnazione del Vero Americano, sempre e soltanto l’ultimo arrivato. Un tanto per chiarire una volta per tutte.

Qui ci troviamo al Ryman theatre, tempio di un’epoca passata, casa del Grand Ole Opry, il circolo del sentire retrogrado et consolatorio dei vecchi rottami della musica country. Siamo al centro di un mondo intero, in cui i protagonisti si muovono come anziani residuati da tempi migliori, chè nessuno riesce a fermarli. Le premesse sono al contempo folli e ridicole, non ci fossero gli stessi Coen in platea, non ci fosse Billy Bob Thornton tra il pubblico, Holly Hunter a presentare, deliziosamente spiritosa, il “dress down friday” che sta per cominciare. Siamo comunque dubbiosi e diffidenti.

Poi i Fairfield Four ci permettono di rilassarci, Alan Lomax sigilla in absentia, appare la giovane Alison Krauss, magicamente nuova, poi Emmylou Harris noto punto debole della mia ferrea integrità, ed appare la vera natura dell’evento. Punto focale il pezzo preferito dei miei bambini, “In the highway” di Mother Maybelle Carter, cantata dalle piccole Leah, Sarah e Hannah Peasall, davanti al quale rinuncio alle mie abitudini di ordinato recensore.

Quello cui voglio arrivare è Ralph Stanley, cantore solitario che viene davvero da un’altra epoca, più o meno quella illustrata magistralmente da Robert Altman in A Prairie Home Companion e che è rilevantissima per noialtri qui riuniti perchè densa di sentimenti, oltre che di argomenti, d’ambiance d’antan, in un altrove mitico e forse solo immaginario. L’apparizione di quest’uomo, che da solo determina un’atmosfera, giustifica l’intero post, probabilmente inutile e vanesio.