studiotan.jpg

L’artista che si produce da solo, terzo modello di produttore nella musica leggera è oggi la specie più diffusa. Dalla Motown uscirono Smokey Robinson, Marvin Gaye e Stevie Wonder, dai vicini soul e funk Curtis Mayfield e George Clinton. Il pioniere bianco fu Frank Zappa. Ciascuno degli artisti in questione era al tempo stesso autore, attore e auteur. Ci fu a volte il vezzo di interpretare tutte le parti del disco, come nel caso di Paul McCartney o Tom Fogerty, e per Mike Oldfield e Stevie Wonder fu un naturale modo di esprimersi. Frank Zappa e Todd Rundgren si dedicarono spesso anche alla produzione di dischi di altri e a volte la notorietà è dovuta maggiormente alle produzioni altrui che alle proprie, per esempio nel caso di Brian Eno in america.

Esistono altri tipi di produttori. La maggioranza dei produttori freelance, che viene chiamata per i suoi successi commerciali, si occupa di rivestire di suoni spettacolari anche le bande più selvagge (Bob Rock). C’è poi il tecnico che si mette direttamente al servizio del musicista, che spesso è sprovveduto (Tchad Blake, Flood). Dalla tradizione Motown c’è la squadra che plasma i talenti immaturi (Stock Aitken e Waterman). Ci sono poi gli eredi di Phil Spector, molto attivi nella dance in cui interpreti e gruppi sono solo apparenza, che amministrano semplicemente i musicisti di studio. Oppure la tradizione di Sam Phillips e Jerry Wexler che si occupa di scoprire e far crescere i talenti assecondando la peculiare natura degli stessi.

Il ruolo principale nella fonografia come arte però, lo riveste sicuramente il creatore di musica che vuole farsi creatore di dischi, l’artista produttore. È così anche quando l’artista non è tecnicamente il produttore. Ed è così in ogni campo della musica.