Wendy Carlos è un’intoccabile. Proibito parlare di lei, siccome non si può parlarne male, proibito anche parlarne bene. I meriti di questa incredibile donna, in una mezza dozzina di campi di competenza, sono insostenibili per chi creda che la musica sia solo intrattenimento, sensualità giovanile, rifugio per i reietti del nostro tempo finanziario.

Il selvaggio agitarsi dei romantici corrotti sui palchi del mondo occidentale non è il senso essenziale della musica. Il gergo sfrontato, carico di ubrìs e intossicazioni dell’ego, non è il veicolo privilegiato di una musica che ci ricordi da dove veniamo, che ci indichi dove stiamo andando.

La tecnica puntillistica, organizzata utilizzando elaboratori di uso comune, strumenti artigianali fuori serie e la montagna di lavoro tipica di un’accademia che non riusciamo più a trovare da nessuna parte, fanno di questo lavoro il segno di un futuro evoluto, il solo che potrà essere.

La gestione del Timbro, del Tempo e del Tono che troviamo in questo lavoro perfetto sono un manuale di gestione utile per ciascuna delle tecniche compositive di cui si deve tener conto ora. Non c’è spazio problematico che non possa trovare indicazione ed energia qui dentro.

Qualcuno deve molto a Wendy Carlos, alcuni di questi lo sanno bene, ed usano il suo lavoro come esempio e monito, tentando l’assimilazione di una disciplina desueta, riservata a chi abbia un futuro di vera innovazione, ricreazione e gioia profondamente umane.