Di tante categorie mercantili emerse a rinvigorire l’interesse dei consumatori nessuna è più brillante di questa dichiarazione d’intenti, urgente come poche. E’ sempre interessante osservare come l’inventiva e la capacità di innovazione che i ragazzi sanno avere vengano manipolate e sfruttate dagli stupidotti del marketing, convinti di essere loro i creativi. L’escamotage comunque nasce da qui, dai club londinesi in cui ci si raffreddava dopo gli eccessi del drums’n’bass, all’alba dell’ultimo decennio del secolo scorso, centoventi anni fa.
Questo KLF, anch’esso una delle molte incarnazioni di un paio di giovanotti energici e puntuali, è in effetti una configurazione affatto creativa ed ordinata, della quale ci siamo appropriati a momenti alterni. La Radio Globale, eclettica e spregiudicata, lontana dalle promozioni e dalle campagne pubblicitarie, indipendente ed innovativa che immaginiamo in questi studi, ha questo suono, il suono di battersea station che emerge in altri degli episodi di questa serie.
Il grande enigma, che questi ragazzi hanno affrontato in modi diversi, è quale natura debba avere il suono registrato, a che cosa deve somigliare, quale sia il modo giusto di affrontare la falsità insita nel processo di registrazione e renderla viva e utile. KLF sa bene che ogni moto vitale contemporaneo è ritmato su una musica sintetica, discronica, il cui processo generativo ha ben poco di naturale. Ad essere perfettamente naturale è invece questo oggetto nutriente di cui non sapremmo più fare a meno.
[…] dicevo, dalle menti alterate che si scuotevano nei rave di fine millennio e di cui ho raccontato altrove, hanno radici qui, in queste stratocaster lancinanti, in questi organetti elettronici mai sentiti […]